Allegri crede in Juve sorprendente: non è più l'unico. Ancelotti:«Può giocarsela pure con Real e Bayern».
Carlo Ancelotti El Pacificador (lo stesso soprannome attribuito 140 anni fa nientemeno che al sovrano spagnolo Alfonso XII di Borbone) vuole che questo 2015 non sia meno trionfale del favoloso anno appena concluso in cui il Real Madrid ha conquistato la decima Champions League (unica squadra in doppia cifra nella competizione Uefa più prestigiosa) oltre alla Coppa del Re di Spagna, la Supercoppa Europea e il Mondiale Club. Quest’anno, in più, c’è da vincere la Liga, che attualmente vede i merengues in vetta alla graduatoria con un punto di vantaggio sul Barcellona (i catalani hanno però disputato una partita in più) e quattro sui campioni uscenti dell’Atletico Madrid.
Obiettivo: l’undicesima
«Conquistare l’undicesima Champions sarebbe un sogno - afferma lo stratega di Reggiolo - anche perché saremmo la prima squadra a vincerla per due stagioni di fila da quando l’Uefa ha cambiato il format della manifestazione. Il presidente Florentino Perez ci tiene tantissimo e noi faremo tutto il possibile per accontentarlo. In questo 2015 non ci poniamo limiti, anzi cercheremo di superare tutti i limiti per arrivare sempre più in alto. Abbiamo una rosa formidabile, fortissima, la migliore del mondo e c’è la fiducia di poter vincere in tutte le competizioni alle quali partecipiamo. È un dovere per il Real, per la sua storia, per il suo prestigio. Questo è il “madridismo”. Dobbiamo lavorare e lottare per trionfare ancora».
Alla pari
In Champions League è rimasta una sola “vessillifera” italiana, la Juventus. Che l’anno scorso è uscita addirittura nella fase a gironi, che non vince il trofeo dal 1996, che ha perso 5 delle 7 finali disputate. «Ma la Juve è una grande squadra - analizza Ancelotti - e lo ha dimostrato la scorsa stagione proprio nella doppia sfida contro di noi nella prima fase. I bianconeri hanno saputo tenerci testa sia all’andata (2-1 per il Real al Bernabéu con Chiellini espulso all’inizio del secondo, ndr )
che al ritorno (2-2 a Torino). Se il gruppo dei giovani saprà fare tesoro di quell’esperienza, i bianconeri potranno candidarsi per la vittoria finale». Anche contro corazzate del calibro di Real Madrid, Bayern e Chelsea? «Sì, certamente. Il nucleo storico è composto da campioni del mondo e stranieri di valore mondiale cioè giocatori di grande esperienza internazionale. Manca solo quel pizzico di maturità nei più giovani: hanno vinto tre scudetti consecutivi, sono in vetta al campionato anche adesso, ma non hanno ancora acquisito l’esperienza necessaria in Champions League».
Corsi e ricorsi
L’ultima squadra italiana a conquistare la Champions, proprio con Ancelotti in panchina, è stata il Milan nell’ormai lontano 2007. Ad Atene, contro il Liverpool, grazie a una doppietta di Inzaghi... «Il calcio italiano in generale sta vivendo un momento un po’ così, sono venuti a mancare i grandi investitori. Ma in Champions è una questione di cicli. Che iniziano, finiscono e poi ricominciano. Anche da Madrid seguo sempre con grande interesse la Serie A. Juve-Roma? Che vinca il migliore.
Io sono legato a tutte le squadre che ho allenato e nelle quali ho giocato».
Sconfitta indolore
Dopo una serie impressionante di 22 vittorie consecutive cominciata lo scorso 16 settembre (12 in Liga, 6 in Champions, 2 in Coppa del Re e 2 al Mondiale per Club) con uno stratosferico bottino di 81 reti fatte e solo 10 subite, la corazzata bianca ha incassato martedì un’inopinata batosta (4-2) a Dubai nell’amichevole contro il Milan che quest’anno è rimasto clamorosamente fuori dall’Europa. Ancelotti non dà importanza al pur pesante ko: «Una sconfitta indolore, che non fa male per niente.
Dopo una settimana di vacanze avevamo bisogno di una partita di questo tipo per preparare la delicata trasferta di domenica al Mestalla contro il Valencia. Ci è servita per recuperare il ritmo. Fisicamente la squadra ha giocato bene. Il Milan ha giocato bene e noi no. Però questo non rovina tutto ciò di buono che abbiamo fatto nel 2014. Siamo molto felici di aver portato a termine un anno fantastico. E da Valdebebas (il Centro Sportivo del Real, ndr ) giungono notizie positive sui
recuperi di Sergio Ramos e Marcelo, esentati dalla trasferta negli Emirati Arabi Uniti. Bale? È uno dei calciatori più importanti per noi e non si muove. Non esistono problemi, rumori di mercato o questioni. Gareth è un patrimonio del Real Madrid».
Tuttosport