Mancini: «Juve-Inter è una classica, il gap dalla Juve non è aumentato. »

Roberto Mancini, il 6 gennaio sarà già derby d'Italia: la sfida con la Juventus arriva troppo presto per la sua Inter?
«Al contrario: per noi è una partita chiave perché Juve-Inter è una classica, una gara difficile da interpretare dove non c'è una favorita. E' vero che la Juve è in testa al campionato e ha vinto tre scudetti di fila, ma in novanta minuti può succedere di tutto. Per noi sarà una sfida importante: se andrà in un certo modo, questa gara può darci fiducia e consapevolezza e può essere l'inizio di un percorso importante».

L'Inter, però, pare ancora un cantiere aperto.
«Gennaio è un mese un po' così, però è anche il mese che fa sognare i tifosi e scrivere voi giornalisti».
Il divario con la Juve è aumentato rispetto all'anno scorso? «Non credo: mi aspetto una partita aperta e, ripeto, poco decifrabile».

Nella speranza di non ritrovarsi di fronte Sneijder...
«A me invece farebbe piacere se ci fosse anche Wesley: perché lui è un campione e i bravi giocatori è bello vederli in campo anche quando ti sono avversari. A Istanbul con lui, Felipe Melo e gli altri mi sono trovato bene».


E col Galatasaray ha fatto pure 1-1 a Torino...
«Nessuna analogia con quella partita perché il Galatasaray era una squadra abituata a giocare in Champions e quella era una gara in una fase a gironi. Qui è campionato ed è una classica».

Lei pensa invece di fare qualche "sorpresa" ad Allegri grazie al mercato?
«Credo che con la Juve giocherò con i giocatori che ci sono ora».

Gli esterni latitano.
«L'ho detto e lo ripeto: ci mancano alcuni giocatori in ruoli molto specifici, di cui due sugli esterni. Vediamo quello che succederà sul mercato».

Con Thohir ha parlato?
«Il problema del fair play finanziario lo conosciamo tutti. Se riusciamo a fare qualcosa in prestito, avremo più opzioni. Altrimenti faremo il prossimo anno. Un'altra strada sarebbe quella di fare qualche cessione, ma se dai via un buon giocatore per prenderne un altro, sei daccapo».

L'identikit del rinforzo ideale?
«Vogliamo giocatori che possano dare una mano alla squadra: a gennaio serve l'usato pronto e sicuro per aiutare chi c'è a crescere e a migliorare. Il tutto sapendo che se si fa una cosa per forza, si rischia di farla male».

Lassana Diarra le piace?
«È molto bravo, ha un contenzioso in corso e dobbiamo vedere come si risolve».

E Podolski?
«Fa parte di una lista di giocatori che seguiamo: vedremo chi arriverà».

Arrabbiato per come è finita la vicenda Cerci?
«No perché era uno tra i giocatori che seguivamo, ma non abbiamo mai iniziato una trattativa visto sapevamo che c'era già sopra il Milan»

E con Guarin che non si è presentato a Malpensa?
«No perché chi andava in Sudamerica aveva un permesso: lui sarebbe dovuto tornare direttamente ad Appiano poi mi ha detto che, se ci sarebbe riuscito, sarebbe venuto pure qui in Marocco. Alla fine, non ce l'ha fatta».

Stasera contro il Paris SG si respirerà un po' l'atmosfera di Champions.
«Dopo una settimana di vacanza è importante riprendere bene e questo è un test importante. Sarebbe stato meglio restare un po' di più in Marocco, ma il tempo è poco e il 6 gennaio si riparte. Lo si farà con la Juventus: la gara giusta per dare a questa Inter un po' di consapevolezza nei propri mezzi».

Tuttosport

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