Morata: «E' vero, potevo segnare di più ma sto crescendo. Devo abituarmi al calcio italiano, molto più difensivo»

Quattro gol in 15 presenze non possono bastare per chi cova il desiderio di essere non solo “uno da Juve”, ma anche “un bomber da Juve”. Il fatto che giochi probabilmente meno di quanto si aspettasse, tuttavia, non fa perdere il sonno ad Alvaro Morata, abituato a guardare sempre oltre l’orizzonte, alla ricerca del prossimo traguardo. Fateci caso: avete mai visto la punta spagnola maledire il cielo dopo aver fallito un gol? Oppure fare polemica nonostante il suo impiego sia ridotto rispetto alle attese, sue e di una tifoseria che non può non lasciarsi contagiare dalla novità più costosa dell’ultimo mercato? Non succede mai, però non vuol dire che il madrileno sia un tipino malleabile, tutt’altro.

Gioco delle coppie E come accade spesso nel momento in cui il boom fatica ad arrivare, talora monta la delusione, anche se il fatto di aver iniziato la stagione in grave ritardo per l’infortunio estivo è giustificazione dura da cancellare in un amen. Così, visto che Fernando Llorente non può fisiologicamente giocarle tutte, si dà il caso che Massimiliano Allegri abbia schierato Morata solo 4 volte dall’inizio, con esiti più che positivi in occasione del match perso sventuratamente ad Atene in Champions (quella sera lo spagnolo “beccò” un 6.5 dopo aver sparso palate di panico nelle membra dell’Olympiacos) e ad Empoli dove con un 7.5 in pagella fu il migliore in campo. Le successive due presenze da titolare l’hanno visto far coppia con Carlitos Tevez. L’esito? 6 contro gli ellenici allo Stadium, 5.5 con la Sampdoria domenica scorsa. E con l’Apache da migliore fra i migliori ad autore di prestazioni in calando. I criticoni non hanno esitato: per loro Morata limita l’azione dell’argentino, perché ama sfrecciare in verticale, mentre Llorente fa più lavoro sporco, protegge il pallone, attira gli avversari e libera spazi per il compagno di reparto.


Le risposte Alvaro ama ribattere sul campo agli incontentabili di turno. Ma a parole sa ugualmente difendersi: «Non penso mai a me stesso, io lavoro per la squadra», dice l’ex Real a Sky. E poi, a ruota libera: «Sono molto felice di giocare nella Juventus. Ho fatto un bel passo in avanti: è il miglior club d’Italia e uno dei più grandi d’Europa. Siamo primi in Italia e ci siamo qualificati agli ottavi in Champions: stiamo bene, sono contento delle opportunità che mi stanno dando. E’ vero, avrei
potuto segnare di più: ho giocato delle buone partite, però ho incontrato anche portieri in buona forma. In serie A è più difficile far gol: i difensori sono più esperti, sanno difendere meglio e contro squadre come la Juve tutti sanno che bisogna difendersi bene se vogliono batterci. In Spagna, invece, vanno tutti all’attacco: mi sto adattando al cambio. Il rapporto con Llorente? Fernando è un grandissimo giocatore e una bravissima persona. Non siamo in concorrenza, ma insieme aiutiamo la
Juve a confermarsi campione d’Italia e andare avanti in Europa. Quando lui gioca e segna, io sono il primo a rallegrarmi. Sono sicuro che, a ruoli invertiti, succederebbe la stessa cosa. Dove devo migliorare? Ci sono alcuni dettagli che il mister e lo staff tecnico mi stanno spiegando. Il Borussia Dortmund? E’ una grande squadra che da anni mantiene un buon livello in Germania e in Europa: si è sempre qualificata alla Champions ed è pure arrivata in finale. La posizione attuale in Bundesliga non rende loro merito, ma alla fine della stagione saliranno in classifica. Noi vogliamo dimostrare che possiamo vincere: sarà una bella partita». Alvaro è pronto, anche se a Cagliari la Juve dovrebbe tornare ad attaccare con Tevez e Llorente: prova generale in vista della Supercoppa. Per il resto,
Ogbonna giocherà al posto dello squalificato Bonucci, mentre a centrocampo può riposare Vidal (o Pogba) a -5 dalla Supercoppa.



Tuttosport

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